#17 QUANDO DUE ELEFANTI COMBATTONO

Luis

O senhor Luis, come lo chiamiamo al Consorzio, è il nostro cuoco. E’ la figura che da sempre assiste quotidianamente i collaboratori espatriati del CAM nella gestione della casa, cucinando per loro cabrito e matapa, ma anche pizza e gnocchi. La sua è una storia piena di difficoltà, tanti lavori diversi, trasferimenti, pericoli, ma anche tanti sorrisi e tutto l’affetto che elargisce da anni ai suoi figli e nipoti, così come a tutti quelli che hanno vissuto nella casa del CAM a Caia.

Luis Juliasse Tomo è nato il primo gennaio 1940, ma il fatto che sia nato l’1 di gennaio fa sorgere qualche dubbio, probabilmente, come tanti mozambicani, è stato registrato anni dopo la nascita con una data approssimativa. Luis, come molti nel Mozambico di provincia, ha 2 mogli e 8 figli che però non vivono vicini come invece spesso avviene nelle famiglie tradizionali. Lavora come cuoco nella casa del Consorzio Associazioni col Mozambico dal 1999, dal 25 maggio 1999 come tiene a precisare, praticamente da prima che partisse il progetto ufficiale, quando ancora interveniva il programma UNOPS. In precedenza aveva lavorato un po’ ovunque, iniziando a Beira in una fabbrica, poi all’età di 24 anni come cassiere in un supermercato, lavorando anche come domestico da una famiglia di portoghesi, quando erano ancora in Mozambico.

La sua storia è molto lunga, passando il colonialismo, la guerra d’indipendenza e quella civile. Originario di Caia, è stato sfollato per tutti gli anni più difficili della guerra civile, gli anni che tutti ricordano come il periodo più brutto della travagliata storia del Mozambico, molto più violento e distruttivo rispetto alla guerra d’indipendenza dal Portogallo. Durante quegli anni quasi tutta la popolazione si rifugiò altrove, terrorizzata dai guerriglieri che uscivano dalla foresta e rastrellavano i villaggi in cerca di cibo e di ragazzine da prendere come spose.

Luis+MuzunguLuis fuggì nell’1982 all’avanzare della RENAMO (il movimento di resistenza) verso Caia, per andare a rifugiarsi in una zona meno pericolosa, a Nhacole. Il viaggio durò tre mesi, e ovviamente fu pieno di difficoltà, anche perché era il periodo delle piogge, quando tutto si allaga e le poche vie diventano impraticabili. Racconta che la gente dormiva sotto gli alberi che diventavano le loro case. Con lui fuggivano la sua prima moglie e due figli mentre il più grande, di 10 anni, fortunatamente studiava e viveva a Beira. Ma il cammino non terminò a Nhacole, perché arrivarono i soldati governativi della FRELIMO pretendendo che la gente tornasse nei propri villaggi, anche loro minacciando e uccidendo. Luis cita un proverbio mozambicano “quando due elefanti combattono tra loro, è l’erba che soffre”. Partirono allora per raggiungere Zangua dove si costruì uma palhota, una capanna di fango e tetto in paglia. Lì poté riprendere a vivere in una zona tranquilla, aveva il suo orto e i suoi campi e nacque il suo quarto figlio. Alla stipula della pace, nel 1992, partì per il viaggio di ritorno verso Caia dove arrivò un anno dopo.Luis3

Tra i ricordi della sua vita rammenta con piacere quando era giovane, prima della guerra, viveva a Beira e andava a divertirsi in discoteca e a vedere film al cinema.

Il suo entusiasmo si accende anche quando parla dell’attività di cui si occupa quando è in ferie dal lavoro con il CAM. Luis in quei 20 giorni va a Gorongosa dove c’è un mercato molto grande e fornito. Lì si comprano e vendono verdura e frutta di molti tipi, ognuno ha il suo negozietto – spesso una semplice coperta in terra – ricchissimo di rapporti personali. È per questo che a molti piace, si va non solo per lavorare ma per chiaccherare, contrattare, ridere e scherzare mentre, come dice Luis, nel supermercato doveva lavorare ininterrottamente, la gente passava avanti e indietro senza fermarsi, sempre correndo, senza allacciare nessuna conoscenza. A Gorongosa compra i pomodori da rivendere nella città di Quelimane, dove ci arriva grazie agli chapas – dei furgoncini dove salgono sempre in più di 20 persone – o sul cassone di camioncini. Il viaggio è in pratica senza comfort e alcune volte capita che le condizioni della strada o la spericolatezza del pilota provochino degli incidenti, molte volte con dei morti.

Il signor Luis è molto felice di quello che sta facendo il Consorzio nella provincia di Sofala. In particolare è orgoglioso della scuola agraria a Murraça, perché ha richiamato parecchi studenti anche da fuori provincia, e delle escolinhas (scuole materne) anche perché ci va sua figlia. Inoltre, prosegue, trova prezioso il lavoro del Microcredito, che ha aiutato molto lo sviluppo della zona finanziando i contadini, che così hanno potuto cominciare a vendere una parte del raccolto, e i commercianti, che hanno potuto costruirsi dei negozietti e comprarsi le merci da vendere. Anche per questo, Luis vorrebbe che il Consorzio rimanesse il più possibile a Caia, così che si continui a lavorare e a crescere.

Il futuro di Caia comunque lo vede in modo positivo: è stato costruito il ponte sul fiume Zambesi lungo la strada nazionale EN1, che collega il sud al nord del Mozambico, c’è l’energia elettrica tutto il giorno e sempre più persone hanno anche il pozzo in casa. Luis è inoltre molto felice che ora ci siano anche le mucche, dice che prima non se ne vedeva una, a lui piace molto questa carne.

di Federico Tapparelli

CONTESTO
La guerra civile in Mozambico iniziò poco dopo l’indipendenza dal Portogallo (1975) intensificandosi negli anni ’80 e si concluse nel 1992 con gli accordi di pace firmati a Roma. Il distretto di Caia, dove il CAM interviene dal 2001, è stato uno dei più colpiti dalla guerra. Gran parte della popolazione che attualmente vive a Caia non è originaria del distretto ma vi si è stabilita rientrando dopo essere stata rifugiata in Malawi: praticamente tutte le persone con più di 20 anni sono nate o vissute a lungo altrove.
PROGETTO
Dal 2001 il programma del CAM “Il Trentino in Mozambico” promuove un articolato intervento nel distretto di Caia, che spazia in diversi settori: educazione prescolare e dei bambini svantaggiati, formazione degli insegnanti, promozione della salute attraverso iniziative di sensibilizzazione e di assistenza domiciliare, sviluppo rurale e sostegno alle microimprese agricole, microcredito, pianificazione territoriale, costruzioni, acqua e sanitation e con una radio comunitaria. Il programma, nel quale lavorano (direttamente o indirettamente) circa un centinaio di collaboratori locali, è coordinato da una equipe che varia da 4 a 6 espatriati, i quali vivono in una struttura comunitaria a Caia.

www.trentinomozambico.org