#56 SENTIRSI A CASA NEI BALCANI

OLYMPUS DIGITAL CAMERAI Balcani, così vicini, così lontani. Una terra stupenda che non puoi non amare.  Dal primo incontro ti conquista, ti resta dentro. Spesso ti richiama a sé e ogni volta che ritorni a riscoprirla, hai sempre una domanda in più che rimarrà per molto tempo senza  risposta. Balcani, la stessa terra che da anni affascina Alessandro Bonesini, già professore di filosofia, oggi dirigente presso l’Istituto Comprensivo di Primiero.

Alessandro nasce a Verona. Si laurea in filosofia all’università di Venezia. È un uomo ricco di interessi e passioni che lo hanno portato a occuparsi di diverse cose tra cui  il giornalismo. Da sette anni vive in Trentino, dove è arrivato come lui stesso sostiene, “attraverso mille peripezie”.  Dai Balcani  si è sempre sentito attratto  e qui ci spiega perché.“Sono molto veneto nel mio modo di pensare. Come ben sapete i paesi dell’Adriatico sono stati per tanto tempo sotto l’influenza veneta. Quando vado a Trogir, o a Spalato, oppure a Perasto, mi sento come fossi a casa. Questo è stato molto stimolante per la mia ricerca” afferma Alessandro. È un uomo colto, pieno di storie interessanti che racconta con tanta passione. Ascoltandolo ci si rende conto di quanto sia vasta la sua conoscenza dei Balcani, frutto di varie esperienze di vita e di lavoro.

Alessandro ama molto leggere e saranno proprio le letture a portarlo a fare un viaggio particolare alla scoperta di quelle terre per molti versi ignote.  “Correva l’anno 2007 – racconta – quando decisi di partire seguendo gli itinerari di un testo scritto da un ambasciatore veneziano degli anni trenta del XVIII secolo che viaggia dall’Istria fino a Cataro per conoscere lo stato di queste terre. Scoprii con stupore che nonostante i secoli, molto era rimasto identico alle descrizioni trovate nel libro.”

Proprio in questo viaggio, in una piazza di Trogir, mentre ascoltava un concerto di musica antica, Alessandro scopre l’amore per la lingua del luogo e folgorato dalla bellezza dei suoni decide che l’avrebbe imparata a tutti i costi. Una volta tornato in Italia ordina da Londra il materiale per il suo primo corso di serbo croato. “Ascoltavo il CD audio del corso in macchina per imparare. Quando sono stato la prima volta in Serbia per lavoro, mi resi conto che cominciavo a capirci qualcosa. A dirla tutto però, non ho mai smesso di studiare questa lingua.”

La collaborazione con l’Associazione Trentino con i Balcani non nasce per caso. Tra diverse iniziative promosse dalla Provincia di Trento è stato tenuto  un corso di formazione per gli insegnanti “Dai banchi ai Balcani”, al quale hanno preso parte alcuni colleghi di Alessandro. Successivamente nacque l’idea di fare uno scambio studentesco con la città kosovara di Peja.

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Fino ad allora, nella sua scuola non si erano mai svolti scambi con l’estero  ma la scelta di proporre il Kosovo si è dimostrata felice. Per organizzare lo scambio è stato creato un blog che ha messo in contatto i ragazzi di Primiero con quelli di Peja.  “I nostri ragazzi – dice Alessandro sorridendo – si sono subito accorti che i loro coetanei parlavano meglio l’inglese.”

Gli scambi, che hanno sancito il gemellaggio tra le due scuole, sono iniziati nel 2011. In ragione dei risultati positivi ottenuti nella prima fase dello scambio tra l’Istituto Negrelli (Fiera di Primiero) ed il liceo Bedri Pejani che ha visto nel giugno 2011 la visita a Primiero dei giovani kossovari nell’ambito del progetto “Turismo, ambiente, ecosostenibilità: un progetto oltre i confini”, supportato anche dai piani giovani di zona del Primiero, nel 2012 è proseguito il percorso a distanza culminato con la visita da parte del gruppo di Primiero a Pejë/Peć.  La visita dell’Istituto di Primiero a Pejë/Peć, ha visto il coinvolgimento, da Primiero, di 10 studenti e 3 accompagnatori, nello specifico il dirigente Alessandro Bonesini, la vice-dirigente Antonella Alban e il gen. Edy Zagonel. Si è inoltre aggiunto al gruppo anche l’Assessore alla cultura della Comunità di Primiero, Marco Toffol.  “Al nostro ritorno dal Kosovo, alcuni dei miei studenti hanno espresso la volontà di tornarci per le vacanze. Anche oggi sono ancora in contatto con i loro amici kosovari. È stato importante questo cambiamento nel modo di pensare”. Stando in Kosovo, Alessandro non ha potuto che notare un’evidente analogia con alcune realtà differenti da quelle delle proprie origini, soprattutto per quanto riguarda i codici sociali. “La società kosovara  è molto formalizzata, soprattutto nei rapporti tra i giovani e gli adulti. Per loro è stato strano che i miei alunni e io ci scrivessimo delle mail. Ho fatto tanta fatica a farmi dare del tu dai ragazzi kosovari.” spiega.

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Cè un’altra città alla quale Alessandro è molto legato. “Kraljevo mi è rimasta nel cuore. Sono stato lì nel 2012 durante il periodo di stage nell’ambito del master in Cooperazione Internazionale. Ho svolto uno stage con l’ATB che si inseriva nell’ambito del progetto di cooperazione Seenet, incentrato sullo sviluppo dell’attività turistica nel sud della Serbia. Il mio lavoro consisteva nel raccogliere le informazioni utili per creare un eco museo nella valle dell’Ibar. Sono nate molte amicizie; ricordo ad esempio con immenso piacere una bimba di nove anni. Disegnavamo insieme e lei era la mia insegnante di lingua. Ricordo anche tanti volti incontrati nei numerosi viaggi, una mano d’aiuto offertami mentre ero fermo con la macchina in panne e l’ospitalità caratteristica di cui ho goduto. Purtroppo ci sono state anche esperienze difficili, a causa dell’alto  grado di violenza che opprime la società, quando sono stato testimone di risse e racconti di violenze quotidiane.” Alla domanda se avesse dei pregiudizi sui Balcani Alessandro risponde: “Per me i  Balcani sono sempre stati un’opportunità, perché sono una sorta di ritorno alle origini. Ho sempre pensato che avrei scoperto qualcosa di nuovo, aggiungendo un tassello in più all’infinito mosaico della conoscenza, e in effetti ogni viaggio è andato così.”

Non sa quando ma Alessandro è certo di tornarci, anche se ammette che psicologicamente è faticoso andare nei Balcani:  “Nei Balcani puoi sentirti a casa ma sei sempre cosciente che nella tua casa c’è qualcuno che non conosci bene. Non puoi mai essere tranquillo, senza sentirti sempre messo alla prova.”

di Emina Ristovic

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CONTESTO
La città di Peja/Peć si trova nel centro della regione più occidentale del Kossovo, ai piedi delle montagne che si ergono sulla gola della Val Rugova. L’area in cui si trova è di grande interesse storico e geografico e vanta la presenza di importanti simboli delle diverse comunità etniche presenti sul territorio: antiche residenze albanesi (kulle), antiche moschee e il patriarcato ortodosso serbo. Nonostante la guerra sia finita nel 1999, Peja/Peć resta terra di forti differenze. Differenze che richiedono percorsi di elaborazione e trasformazione del conflitto e integrazione sociale, ma che sono anche ricchezze da valorizzare verso la sfida di uno sviluppo consapevole ed integrato.
L’associazione Trentino con i Balcani – ATB coordina le esperienze di solidarietà internazionale, cooperazione e scambio fra la comunità trentina e territori diversi del Sud Est Europa, tra cui c’è anche il Kossovo nel quale è presente dal 1999. Uno dei settori in cui ATB opera è lo sviluppo locale che comprende diverse attività, tra cui anche l’area giovani.
PROGETTO
La prima fase dello scambio tra l’Istituto Negrelli (Fiera di Primiero) ed il liceo Bedri Pejani che ha visto nel giugno 2011 la visita a Primiero dei giovani kossovari nell’ambito del progetto “Turismo, ambiente, ecosostenibilità: un progetto oltre i confini”, è stato sostenuto anche dai piani giovani di zona del Primiero;  nel 2012 è proseguito il percorso a distanza culminato con la visita da parte del gruppo di Primiero a Pejë/Peć che ha visto il coinvolgimento, da Primiero, di 10 studenti e 3 accompagnatori. La visita si è conclusa con un momento di valutazione e saluto finale presso la scuola. Ha infine costituito parte integrante della visita l’incontro istituzionale della delegazione con il sindaco della città e gli assessorati coinvolti più direttamente nel progetto.