#47 A SCUOLA DI MULTICULTURALISMO

IMG_1718_2Nguyet è una giovane maestra di 27 anni, insegna alla scuola materna del comune di Na Trang, un piccolo villaggio rurale immerso nella campagna vietnamita. Siamo a circa 140 km ad est di Hanoi, nel Distretto di Son Dong, in un ambiente rurale ancora oggi regolato dai ritmi della natura e delle stagioni.
Incontro Nguyet al termine di una intensa giornata di lavoro, mi invita nella sua casa ad An Lac, un altro villaggio dello stesso distretto. Racconta: “Sono sposata ed ho due bambini di 4 e 2 anni, la mia famiglia è considerata povera dal Governo poiché non disponiamo di molte risorse. Io sono un’insegnante ma il mio contratto scade alla fine dell’anno e non so ancora se e quando verrà rinnovato. Mio marito al momento abita in un’altra Provincia, ha trovato lavoro come cuoco e solo in questo modo riusciamo a mantenere la nostra famiglia. Il futuro è incerto e non so tra un anno se insegnerò sempre a Na Trang o se mi trasferiranno in un’altra scuola”.Dopo le rispettive presentazioni continuiamo a raccontarci; Nguyet mi racconta quant’è innamorata del suo lavoro, sebbene le difficoltà all’ordine del giorno siano sempre tante. “La scuola di Na Trang (costruita grazie ad un progetto di GTV)  non è come tutte le altre, è frequentata solamente da dodici bambini ed io sono la loro unica maestra. I bambini a cui insegno hanno dai 3 ai 5 anni di età, insieme formano un’unica classe e la parte difficile del mio lavoro è proprio quella di gestire le attività con studenti di età così diverse. Inoltre non tutti sanno parlare il vietnamita”.
Stupita, chiedo il motivo di questa affermazione e Nguyet mi ricorda quanto sia complessa la varietà culturale vietnamita, comprensiva di ben 54 diversi gruppi etnici. Alcuni di essi non parlano il vietnamita e utilizzano invece, all’interno del proprio villaggio, una lingua completamente diversa e incompatibile con l’idioma nazionale. “Sono soprattutto i bambini che appartengono alla minoranza etnica Dao che non parlano e non capiscono il vietnamita, per loro è complicato anche relazionarsi con gli altri bambini e non solo con me”. Gli altri studenti della scuola di Na Trang appartengono al gruppo etnico San Chi ed altri ancora sono Tay. È un ambiente multiculturale, caratterizzato da tradizioni diverse che i bambini durante il percorso scolastico imparano a conoscere e scambiare.
Nguyet propone ai suoi alunni specialmente attività ludiche in modo da aiutarli a confrontarsi e a relazionarsi tra loro, nonostante i limiti legati alla lingua. Giocano assieme, cantano ed imparano l’alfabeto: le giornate alla scuola della maestra Nguyet non sono mai noiose, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. 190449_614685805228106_1819873832_n“Anche se ho terminato con successo il percorso specialistico per la formazione degli insegnanti per la scuola materna, mi rendo conto che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Per questo mi sono iscritta all’Università di Bac Ninh ed ho ricominciato a studiare e ad approfondire gli argomenti legati al mio lavoro”. Tornare tra i banchi di scuola non è stato semplice per Nguyet, dovendo dividersi già tra la scuola materna e la sua famiglia. Ora con l’Università non ha davvero un minuto libero ed è costretta ad alzarsi ogni mattina alle 5.30 per fare portare a termine tutte le sue responsabilità. Ma tutto ciò non sembra pesarle troppo, più grande è il sogno di diventare  maestra a tempo indeterminato e sa che l’unico modo per raggiungere anche questa soddisfazione è continuare studiare: “Mi auguro che noi insegnanti avremo sempre la possibilità di frequentare corsi di aggiornamento per aumentare le nostre conoscenze. Credo che la scuola sia una dei principali responsabili dello sviluppo di una società per cui i primi che devono impegnarsi e studiare per migliorare siamo proprio insegnanti. Lo stesso vale anche con i ragazzi: solo con un buon livello di istruzione e cultura potranno pensare di cambiare le loro vite costruendosi un futuro vicino ai propri desideri. Il mio contributo alla società è proprio questo: accompagno i ragazzi nei primissimi anni della crescita per stimolare in loro l’apprendimento e la dedizione allo studio.Non sempre però le famiglie di questi piccoli villaggi rurali possono permettersi di pagare gli studi ai propri figli, perciò è molto importante il ruolo delle organizzazioni internazionali per il supporto alle famiglie meno abbienti. Molti studenti del Distretto di Son Dong vengono infatti supportati dal programma Sostegno a distanza dell’Associazione GTV e questo aiuto è essenziale per la loro formazione. Io, nel mio piccolo, continuerò a trasmettere ai miei studenti l’amore per lo studio e per la scuola, proprio come faccio con i miei figli, per dimostrare che un futuro migliore qui a Son Dong non è solamente fantasia ma, se lo vogliamo, può diventare realtà”.di Anna Brian
CONTESTO

La provincia di Bac Giang, che comprende il distretto di Son Dong, è una delle più povere del Vietnam. Le condizioni di vita di molti bambini nati qui sono difficili: oltre ad essere un territorio che vive di agricoltura di sussistenza, la zona, al confine con la Cina, è afflitta dalla piaga del traffico di esseri umani. Accade spesso che giovani donne vengano rapite dalla malavita locale, in accordo con quella cinese, per essere costrette a matrimoni forzati o inserite nel circuito della prostituzione estera. I bambini che restano senza madre sono spesso molto piccoli e, in molti casi, questo li porta a venire abbandonati anche dal padre. Si ritrovano quindi orfani, insieme ai fratelli. La comunità cerca di aiutarli: i vicini di casa, o qualche parente, accolgono i bambini in casa , ma essendo a loro volta estremamente poveri hanno bisogno, per poter sfamare una persona in più, che una persona in più lavori nei campi insieme a loro. Quello che succede, quindi, nella maggior parte dei casi, è che i bambini non possano andare a scuola per aiutare la famiglia durante il giorno. Un altro grosso problema è che la dieta, in queste zone, comprende quasi solamente riso, provocando gravi disturbi di malnutrizione, risentiti in maniera particolare proprio dai bambini.
PROGETTO
Il Sostegno a Distanza di GTV è realizzato in forma personale e rivolto ad un solo bambino. Con 240 euro all’anno il bambino sostenuto può usufruire di 80 g di riso, che vengono consegnati alla famiglia per garantire i pasti completi di ogni giorno e per sopperire alle mancanze causate da una persona in meno al lavoro nelle risaie; di un check up medico periodico; del pagamento delle tasse e del materiale scolastico; di nuovi abiti e di accessori per l’igiene personale.
Con un ulteriore contributo di 60 euro all’anno, alla famiglia o ai tutori del bambino sostenuto viene offerta la possibilità di far parte dei club creati da GTV con l’intento di offrire cicli di formazione specifica in tema di malnutrizione, sicurezza alimentare e contabilità di base, per dar loro accesso ad un fondo di microcredito, attraverso il quale realizzare investimenti fondamentali per un miglioramento a lungo termine della loro condizione, rendendoli autonomi. Per maggiori informazioni visita il nostro sito: www.gtvonline.org