L’UOMO CHE CONTINUA AD INSEGUIRE I SOGNI
![]() Suo nonno arriva a Beira negli anni 40 in cerca di fortuna, finendo per stabilirsi e aprire una lavanderia. Bhikha nasce nel 1967 e, pur in mezzo a due guerre, riesce a studiare e formarsi come meccanico. In piena guerra civile, appena finiti gli studi, inizia a lavorare con la protezione civile mozambicana nella provincia di Sofala, guidando e riparando i camion che portano cibo e vestiti nelle zone calde del conflitto. Dopo qualche tempo riesce ad acquistare un camion suo, col quale collabora con la Croce Rossa e la FAO. Alla fine del conflitto lavora con l’ONU per la riabilitazione dei militari ed il rientro dei profughi, che vengono smistati dai due campi di Sena e Mutarara (una di fronte all’altra sulle rive dello Zambesi): a ciascuno veniva consegnato un ‘kit d’inizio’, composto da farina, riso, vestiti, padelle, sapone e un po’ di soldi, per poter ricominciare a vivere nei luoghi dai quali erano dovuti fuggire, ci racconta. Bhikha arriva a Caia nel 1997, iniziando a costruire pozzi con la cooperazione francese, per poi passare a lavorare con un’associazione italiana che segue la costruzione dei primi ospedali della zona. E’ a questo punto che decide di fermarsi e di investire sul proprio futuro, cominciando a coltivare un piccolo appezzamento. Grazie alla sua determinazione e a qualche macchina agricola, il campo di Bhikha prospera e si espande, fino a raggiungere i 200 ettari. Un giorno però, approfittando della sua assenza per assistere la madre malata, la persona di fiducia di Bhikha vende tutti i macchinari e scappa con l’incasso. Ma Bhikha non si lascia abbattere: apre un ristorante (che, per alcuni anni, sarà l’unico in città) e, nel giro di un paio d’anni, trova posto come meccanico delle pompe nell’acquedotto di Caia. Nel 2013 prende avvio il suo progetto più ambizioso: l’acquedotto di Sena. Vince il concorso, al quale non si presenta nessuno per le cattive A questo punto, sorge spontaneo chiedergli cosa ne pensi della privatizzazione dell’acqua. La sua risposta è degna dei più lungimiranti amministratori: ‘Bisognerebbe creare una cooperativa dove tutti gli utenti partecipino, poi il governo potrebbe istituire un fondo dal quale attingere giustificando gli aiuti: questo farebbe sì che gli utenti si sentano responsabilizzati e il tutto sia controllato. Non è la privatizzazione ad essere negativa, ma chi la fa’.
Intervista di Federico Tapparelli, rielaborata da Barbara Zamboni |
CONTESTO |
Nel distretto di Caia l’accesso all’acqua è garantito quasi esclusivamente attraverso le cosiddette “fonti disperse”, i pozzi perforati o scavati, generalmente dotati di pompa. Nelle due principali cittadine, Sena a nord e Caia a sud esistono dei piccoli sistemi di acquedotti, entrambi riabilitati da poco. Gli acquedotti hanno una estensione molto limitata rispetto alla popolazione e alle dimensioni delle due cittadine. Nel caso di Sena, oltre a pochi allacciamenti privati, il sistema porta acqua a 6 fontane pubbliche (vedi immagine sopra). |
PROGETTO |
A partire dal 2007, all’interno del settore “pianificazione territoriale e gestione delle risorse” del programma a Caia, ha preso l’avvio un programma di attività sui temi di agua e saneamento. Punto di partenza dell’intervento è stato l’appoggio all’amministrazione locale per l’assunzione di un tecnico di agua e saneamento dentro al settore Opere Pubbliche, incaricato di pianificare, coordinare e implementare attività di gestione dei sistemi di approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari. L’ufficio è stato aperto nel 2009 con il supporto economico, formativo, di consulenza tecnica del CAM. |
www.trentinomozambico.org